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giovedì 2 giugno 2011

A tutto green: quando le aziende si scoprono ecologiche.

Una lettera per il Pianeta

Instituita nel 1972 la giornata mondiale dell’ambiente si terrà come ogni anno tra pochi giorni. Per celebrare quest’evento Lifegate ha organizzato un contest.  Il titolo potrebbe essere “Caro pianeta ti scrivo”, un concorso che premia la lettera più sostenibile. Rigorosamente scritta a mano la missiva deve essere indirizzata alla cosa più importante che abbiamo: il Pianeta . Un appello non solo simbolico ma diretto a tutte le persone che possono contribuire attivamente con gesti altamente sostenibili. A questo  proposito i partecipanti sono chiamati a dare una loro personale interpretazione della parola “sostenibilità”.

Cos’è sostenibile per voi? Quali sono le scelte, gli atteggiamenti e gli stili di vita giusti per gli altri e per l’ambiente?
Se tutti siamo chiamati a riflettere su questo significato, a dare un contributo concreto (che non si limiti infatti alle sole parole) è naturale domandarsi se l’eco sostenibilità, la vita così detta “green” sia una moda o qualcosa di realmente sentito dalle persone. Dove finisce il marketing e inizia la vera partecipazione e interesse attivo di aziende e consumatori?

E se stessero lavando solo la coscienza?

Lo spettro del Greenwashing (letteralmente lavarsi con il verde la coscienza) aleggia su molte aziende.
Il fiorire di iniziative e campagne “verdi” pone l’accento su importanti questioni. Ma non è che ci stanno manipolando? Sfruttano le nostre paure e la nostra buona fede per spacciarci prodotti green e a impatto ambientale controllato per qualcosa che di ecologico ha solo lo slogan e nulla più? Nascono settimanali di grandi gruppi editoriali dedicati alla materia, incitando a “leggere green”; settimanali ovviamente che aumentano il consumo di carta, non riciclata purtroppo.  I colossi dell’acqua minerale cavalcano l’onda (nel vero senso della parola) con le loro bottigliette in plastica ecofriendly, vendendocele davvero care. Creme e cosmetici divenuti repentinamente organici con etichette lunghissime e petrolati occulti.
Dietro l’ecologico, la sostenibilità, il biologico non è che si nasconde un enorme inganno, impacchettato di verde ovviamente?

Noi cambiamo e voi?

I dati parlano chiaro: il 50% degli italiani è più attento all’ambiente e compra prodotti eco, questo ci rende ovviamente orgogliosi e felici. Ma non siamo i soli a gioirne, infatti per le aziende è un ottimo business conquistare questa sostanziosa fetta di consumatori.  Questi atteggiamenti detti “verdi” sono per chi ha condotto le indagini di mercato, frutto della crisi economica mondiale.
La gente è più attenta agli sprechi più per salvaguardare il portafoglio che per tutelare l’ambiente. Questo non ha nulla di sbagliato infatti, è giusto prendere coscienza di quello che si consuma, dei nostri reali bisogni e non di quelli indotti. È proprio qui che la pubblicità e i colossi industriali s’infilano. Perdendo incassi le ditte si sono dovute adattare ai bisogni dei consumatori sfruttando però i loro atteggiamenti, promuovendo lo stile di vita ecologico per vendere i loro nuovi, sempre uguali prodotti ribattezzandoli come ecofriendly.  Ben vengano i packaging biodegradabili e riciclabili al 100%, ottimo l’impegno al minor consumo di Co2 anche solo per alcuni prodotti o referenze, belle le campagne per accorciare la filiera produttiva, favolosa la partecipazione del cliente con il crowdsourcing a patto però che non si limitino solo alla pubblicità. Consumo critico, sostenibilità, equità, tutela della biodiversità è ben altro e lo sappiamo bene! Mai abbassare la guardia continuiamo a leggere l’etichetta, a contribuire noi stessi in modo attivo.

Rispondiamo così

Possiamo fare a meno di tante cose sfruttando meglio quello che abbiamo già. Esempi?
Bottiglietta ecofriendly? Compriamoci una borraccia, riutilizzabile tutta la vita e in più mantiene la nostra bibita fresca, una semplice bottiglietta può essere riutilizzata senza problemi molte volte se lavata con cura.
Insalatina in confezione riciclabile confezionata? Troppo cara, laviamo da noi le verdure prepariamole magari la sera prima e sfruttiamo i contenitori che abbiamo. Le vaschette del gelato sono l’ideale!(a meno che voi non vi facciate il gelato fai da te).

Cremina bio? Facciamocela da noi ci sono tanti tutorial in rete, sporchiamoci le mani, il rischio è solo quello di renderle più idratate!

Questa potrebbe essere un esempio di lettera sostenibile, fate sentire la vostra voce e lanciate il vostro messaggio a favore dell’ambiente, ma state attenti a dove lo imbucate!:)

 Cassetta delle lettere diventata un nido. Repubblica.it 15 maggio 1999.

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